Un tribunale ha sequestrato un laboratorio in India per "estrema crudeltà" nei confronti di scimmie e cani.

Nuova Delhi, 10 luglio (EFE) - L'Alta Corte di Delhi è intervenuta nel caso della prima denuncia penale in India contro un laboratorio di sperimentazione animale, ordinando misure cautelari nei confronti della società Palamur Biosciences per presunte "sofferenze estreme" inflitte a cani e primati.
Secondo una dichiarazione dell'organizzazione per il benessere degli animali PETA India, il tribunale ha ordinato all'azienda con sede a Hyderabad di sospendere l'acquisizione di nuovi animali e di adottare misure correttive.
La decisione risponde a una petizione presentata dalla PETA, che ha documentato presunte gravi violazioni del Prevention of Cruelty to Animals Act.
Secondo l'organizzazione, il traguardo storico è che "per la prima volta nella storia indiana, è stata presentata una denuncia alla polizia contro un laboratorio di sperimentazione animale".
Il rapporto che ha portato alla sentenza della corte è stato redatto da un comitato del CPCSEA, l'agenzia governativa che supervisiona la sperimentazione sugli animali, ed è stato presentato il 17 giugno, documentando gravi irregolarità.
La denuncia alla polizia, presentata dalla PETA, era stata presentata il giorno prima, il 16 giugno, ma la ONG si è rivolta all'Alta corte di Delhi, lamentando l'inazione delle autorità di regolamentazione.
La PETA e altre organizzazioni hanno chiesto la chiusura del centro e la riabilitazione degli animali. La denuncia si basa su immagini e testimonianze che rivelano sovraffollamento, mancanza di cure veterinarie e abusi.
Secondo l'organizzazione, circa 1.500 beagle sarebbero stati tenuti in strutture progettate per ospitarne 800. Accusano inoltre il laboratorio di aver utilizzato impropriamente farmaci per l'eutanasia degli animali e di aver nascosto la presenza di primati affetti da potenziali malattie zoonotiche.
Il laboratorio è una Contract Research Organization (CRO) che conduce studi preclinici per i settori farmaceutico, biotecnologico e agrochimico.
Sul suo sito web, l'azienda afferma di essere registrata presso il CPCSEA e di operare in conformità con le linee guida del governo indiano. EFE ha contattato l'azienda, ma quest'ultima ha rifiutato di rilasciare dichiarazioni.
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